venerdì 6 aprile 2012

Alan Moore e Jerusalem

Tanto lo so che riproporrò e riproporrò e riproporrò stralci di questa intervista fino a quando non l'avrò esaurita totalmente!
smoky man è decisamente un pimpi boy, nel mio cervello uno dei suoi compiti più fondamentali al mio personale sostentamento è quello di tradurre, trovare e tradurre, cose su Alan Moore (ma non solo), per poi condividerle.
Questa è una delle ultime interviste che ha tradotto, originariamente curata da Helen Lewis-Hasteley e pubblicata il 17 Giugno 2011 su New Statesman.
La trovate interamente sul suo blog.
Questo estratto è la parte iniziale, l'argomento è Jerusalem, il nuovo romanzo che Moore sta scrivendo da già tre anni.

Lucia Joyce

Una volta finito arriverà al milione?
AM:
Credo sarà sui tre quarti. Nella parte finale del libro, la terza, ho deciso di spingermi ancora oltre con la storia, per fare in modo che non sembrasse in calando.
Questi ultimi capitoli sono ognuno, a modo proprio, piuttosto difficili. La loro lunghezza varia ma il capitolo su Lucia Joyce è stato il motivo che mi ha spinto a iniziare la pubblicazione di Dodgem Logic in modo da prendermi una pausa di 18 mesi dallo scrivere Jerusalem.
È il capitolo più lungo del libro. Si sviluppa per circa 35 pagine a singola spaziatura ed è del tutto incomprensibile. È scritto in una specie di flusso di coscienza joyciano, completamente inventato. L’ho riletto di nuovo e ne ho capito la maggior parte… no, l’ho capito tutto. È il solo modo in cui sarei riuscito a scrivere una cosa simile. È stato un esperimento.
Il capitolo precedente, che ho finito poco fa, l’ho scritto nella forma di una pièce di Samuel Beckett.
Con lo stesso Beckett come personaggio e Thomas Becket, giusto per rendere la storia ancora più disorientante, e John Clare, John Bunyan e vari altri che compaiono come fantasmi.
È una piccola opera teatrale ambientata in un portico di una chiesa gotica, a Northampton. C’è un fatto da notate: Samuel Beckett è stato a Northampton. La prima volta venne per giocare a cricket contro la squadra locale. C’è un campo da cricket alla fine della strada dove abito. Nel Wisden's Almanac è riportato che Beckett giocò contro il Northampton e che, quella notte, tutti i suoi compagni di squadra decisero di fare visita ai numerosi pub e di andare a prostitute, tutte cose per cui Northampton era principalmente nota (dopo gli stivali e le scarpe).Sto riambientando l’evento nel capitolo 29, come parte della mia piccola pièce.
Non ho idea di quanto saranno lunghi i capitoli della parte finale del libro. Sono tutti degli esperimenti.
Per leggere tutta la super intervista basta recarsi qui!

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