sabato 23 giugno 2012

Corrispondenza Moebius-Fellini

Grazie al buonissimo sito Fumettologicamente ho l'onore, la meraviglia, la magia di poter leggere due lettere di corrispondenza tra due geni assoluti che hanno fortunatamente segnato la nostra epoca e che sono stampati indelebilmente nel mio cuore: Moebius e Federico Fellini!
(A riguardo dei due avevo già postato qualcosa rispettivamente qui e qui!)


Ecco quanto:
Primavera 1979
Federico,
Avrei voluto scriverti il giorno stesso del nostro incontro, poi il giorno dopo, poi tutti i giorni … ma il programma di un viaggiatore è imprevedibile, e ad ogni modo il mio è davvero carico. E così solo ora sono finalmente in grado di soddisfare il mio desiderio.
Naturalmente pensavo di esprimere i miei ringraziamenti, come è d’uso fare … ma la forza di quel che ho provato durante il nostro incontro è tale che la cornice delle abitudini mi sembra scoppiare in mille pezzi.
Sento ancora l’energia positiva che improvvisamente mi ha avvolto, non appena ci siamo visti, come se un angelo ci stesse avvolgendo con la sua aura calorosa. Sento ancora la bontà delle tue braccia quando mi hai stretto a te, come se fossi improvvisamente diventato un ragazzo stretto affettuosamente da uno zio gigantesco …
Che esperienza! Raramente ero stato immerso in un simile bagno di giubilo interiore, con una bella schiuma di soddisfazione intellettuale e un simile profumo di giustezza spirituale.
Smetto qui di violare il tuo pudore con i miei complimenti, abbiamo già dovuto farteli mille volte. Sappi tuttavia che hai fatto un dono meraviglioso a Moebius, e che l’occhio che aiuta a scegliere la giusta luce non è stato stimolato solo sul piano materiale.
Spero di avere un’altra occasione di incontrarti … Nel frattempo ti auguro buona vita, con amore, amori e luci, e luce! …

Roma, il 23 giugno 1979:
Caro Moebius,
Tutto ciò che fai mi piace, anche il tuo nome mi piace. Nel mio film Casanova, ho chiamato il vecchio medico-erborista omeopatico, metà mago metà stregone, “Moebius”. Era il mio modo di mostrarti il mio affetto e riconoscenza, perché sei davvero meraviglioso. Non ho mai avuto il tempo di dirti quanto e perché. Spero di potertelo esprimere ora.
Sono nel bel mezzo delle riprese, e come al solito mi sento sospeso come in un delirio febbrile – forse questa volta anche un po ‘più febbrile del solito. Talvolta ho la netta sensazione di dovere ancora iniziare le riprese, eppure altre volte mi sento come se avessi già finito molto tempo fa. Vivo come se fossi sospeso in uno dei tuoi universi obliqui, senza peso.
Mi dispiace che questa lettera sia un po ‘affrettata e forse tenda a divagare, tanto più perché la gioia e l’entusiasmo che mi danno i tuoi disegni richiederebbe la massima precisione, e vorrebbero che ti dicessi tutto, subito e tutto insieme.
Lasciami allora almeno dire che, scoprendo ciò che fai tu, e i tuoi colleghi a Métal Hurlant, ho subito ritrovato una sensazione toccante – come di fronte a un appuntamento meraviglioso che ci era periodicamente promesso – che avevo conosciuto solo da bambino, tra due consegne del nuovo numero del “Giornalino della Domenica”, che portava i racconti delle avventure di “Happy Hooligan” e dei “Katzenjammer Kids”.
Che grande regista saresti! Ci hai mai pensato?
Ciò che più stupisce nei tuoi disegni è la luce, soprattutto nelle tavole in bianco e nero: una luce fosforica, ossidrica, come una luce perpetua, che viene dai limbi solari…
E’ un mio vecchio sogno riuscire a realizzare un film di fantascienza. Ci penso da tempo, e ci pensavo da ben prima che venisse la moda attuale per questi film. Tu saresti senza dubbio il collaboratore ideale, ma penso che non ti interpellerei mai, perché sei troppo completo, la tua forza visionaria è troppo forte: cosa mi resterebbe da fare, in queste condizioni?
Ecco perché, caro Moebius, non ti dico che questo: continua a disegnare favolosamente, per la gioia di noi tutti.
Buon lavoro e buona fortuna,
Federico Fellini

Grazie, grazie e ancora grazie a Fumettologicamente!
L'immagine è tratta da ArteTV, sito di riferimento per la corrispondenza tra i due! :)

mercoledì 20 giugno 2012

Imaginary: briefing a casa mia

Oggi tira una gradevole brezza leggera e fresca quindi ho pensato di mettere a disposizione la mia casa per definire gli ultimi punti prima di lanciare il progetto.
In attesa dell'arrivo dei miei due colleghi ho preparato un po' di limonata con i limoni che curo in vaso, ho aperto le finestre e scelto della buona musica da mettere come sottofondo.
Finito il briefing ceneremo qualcosa, ci rilasseremo e faremo una passeggiata sopra i tetti come i gatti.
Per il resto casa mia è sempre aperta.

martedì 19 giugno 2012

A Reykjavik, la Vík Prjónsdóttir e l'idea di huldufólk

Ammetto fin da subito che magari questo non sia il post più idoneo da pubblicare all'arrivo della prima vera ondata di caldo estivo, ma ammetto anche che il pimpismo non può poi sempre aspettare e quando il pimpi chiama bisogna rispondere!(1)


Ho trovato questo delizioso materiale tramite il fido sito Poppytalk:
"Poppytalk is a Canadian design blog dedicated to supporting the beautiful, the decayed and the handmade."
Siamo in Islanda, a Reykjavik, dove tutta una serie di paesaggi mozzafiato - e freschi! - si uniscono alla passione per il mito, il folklore e la cultura: qui la connessione del popolo islandese al mondo della natura è forte ed evidente e tutto si muove in funzione del rispetto di quest'ultima.
In particolare stiamo parlando di huldufólk, ossia: la gente nascosta, tutto quel popolo semi-visibile ed etereo, quindi folkloristico e mitico, che vive e si nasconde tra rocce, erba, alberi, natura e che, soprattutto, va rispettato e consultato.
Ora per ampliare la conoscenza a riguardo ci stanno vari link che vanno dal classico al più "modaiolo", un documentario e molto altro ancora, ma quello su cui va adesso focalizzata l'attenzione è: l'incontro tra la Vík Prjónsdóttir e il mondo magico, spirituale, folkloristico!
Un grande tributo dalla chiara affermazione pimpica!
 

THE TWOSOME BLANKET | SAMVERUTEPPIÐ per riscaldare ogni tipo di relazione
La Vík Prjónsdóttir, come riportato nel sito ufficiale è:
a creative brand that designs and produces quality products from Icelandic sheep wool; a unique and sustainable source. Its combination of fibers results in a wool that is warm, light-weight and water-repellent.

VÍK PRJÓNSDÓTTIR is inspired by myths and stories, from the past as well from the present. She is fascinated by nature as well as urban life, believes in the beyond and respects the hidden world. Vík Prjónsdóttir has passion for local cultures and production.
Ogni prodotto-coperta è nato da un particolare aspetto del mito e della tradizione islandese, magico, fiabesco, incantato, ma anche macabro ed inquietante! Al fine che la gamma di prodotti, di alta qualità e di alto valore pimpico, è ampia e variegata:
 
HIDDEN WORLD | DULARHJÚPUR
HIDDEN WORLD | DULARHJÚPUR è una creazione dedicata a coloro che riescono a comunicare con il mondo spirituale e fare da ponte tra questo mondo e quello della gente nascosta: questa coperta è pensata per creare uno spazio nella vita quotidiana grazie al quale le persone magiche possono connettersi con il mondo nascosto! ;)
 
THE SEABLANKET | SJÁVARTEPPIÐ: dedicata ai marinai e alle correnti dell'oceano
THE SEALPELT | SELSHAMURINN: la foca
In the Icelandic myths, seals are believed to be condemned by humans. One ancient story from the south of Iceland is about a farmet who early one morning finds a sealpelt lying on the beach. In a cave nearby, he hears vioces and music. He takes the sealpelt home and hides it in a woodenchest. Few days later he returns to the beach and finds a crying, naked, young woman sitting on a rock. He brings her to his house where she stays, but he never tells her about the pelt. As time goes by they get married and have children. But the young woman is restless and often stares quietly out of the window at the ocean. One day when the farmer goes fishing, his wife accidentally finds the key of the chest, opens it and discovers the missing pelt. She takes leave of her children, puts the pelt on and before she dives into the ocean she says: “ I am vary anxious, with seven children on land an seven in the sea.” She never comes back but the farmer misses her terribly. Later when he goes fishing there often is a seal near his boat and its eyes are filled with tears. It is said that the farmer becomes a very  lucky fisherman. And when his children play at the beach there often is a seal swimming close to land. Sometimes it brings them beautiful stones and colorful fishes. But their mother never returned.

Sicuramente colpiti da queste delizie vorrete approfondire e acquistare qualche capo, magari per il prossimo inverno, quindi correte sul sito a fare un bel giretto!

(1) se vi fosse sfuggita la definizione standard di pimpi vi invitiamo gentilmente a consultare la colonna di destra in alto!

lunedì 18 giugno 2012

Vimeo Festival Awards 2012 - Best Fashion: "Skirt" Academy Plus

Un po' di assenza, ma si rimane pur sempre vigili e collegati.
Bloghistapercaso ci delizia ogni giorno con i suoi, minimo, quattro post.
Oggi, tra gli altri, era presente questa chicca!
 


Mulberry 'Skirt' from Academy Plus (A+) on Vimeo.

Siamo nell'ambito del Vimeo Festival Awards 2012, tenutosi a New York, il tema di questa edizione è stato: “The End of the Beginning” e, nello specifico, il video sopra editato appartiene alla categoria Best Fashion, un'ottima esecuzione!! :)

Le altre categorie vedono:
Best Animation (vinta da Malcolm Sutherland con “Umbra”)
Best Motion Graphics (vinta da Jurjen Versteeg con “A History of the Title Sequence”
Best Advertising (vinta da Caviar con K-Swiss – Kenny Powers MFCEO)
Best Experimental (vinta da Cockau con “Prie Dieu”)
Best Fashion (vinta da Academy Plus con “Mulberry Skirt”)
Best Remix (vinta da Jeff Desom con “Rear Window Timelapse”)
- Da qui -

lunedì 7 maggio 2012

MASP Art School: Dissected Campaign! Ecco a voi Dalì, Van Gogh e Picasso

L'agenzia pubblicitaria brasiliana DDP ha realizzato per l'istituto del Museo dell' Arte si San Paolo (MASP) una campagna pubblicitaria divertente, singolare e molto efficace!
Sono stati presi tre grandi artisti di fama mondiale, Dalì, Van Gogh e Picasso, sono stati aperti, nel senso più letterale del termine, e ne è stato mostrato il contenuto, l'interno, una specie di anima fotografata :)
Ovviamente non poteva che esserci l'essenza!
 



Sicuramente gli allievi riusciranno a sondare in profondità le meraviglie degli artisti studiati! Come non iscriversi ad una scuola d'arte con cotanta pubblicità?

domenica 6 maggio 2012

Imaginary: dark, avant-garde, alternative fashion

Visto che oggi è domenica andiamo con qualcosa di più soft... forse :D
Non mi intendo molto di moda, fashion, style, costume, prêt-à-porter e affini.
Posso sapere che Marie Antoinette era una fashion icon, posso conoscere Vivienne Westwood o Coco Chanel, ma mi fermo al luogo comune.
Fortunatamente internet è ottimo per le toccate e fuga quindi basta addentrarsi un po' per rimanere subito soddisfatti.
Ultimamente mi sono imbattuta in qualcosa definito come: dark, avant-garde, alternative fashion, qualcosa che va dal questo a questo passando per varie sub culture tipo la goth, la cyberpunk, la lolita e molto altro.
Il risultato è quanto segue, qualcosa di adeguatamente variegato e mischiato
dove il confine tra moda, scultura, arte visiva è molto sottile e con prevalenza di nero.







Il tutto via: katisque

mercoledì 2 maggio 2012

Tauba Auerbach (seconda parte)

Ed eccoci arrivati alla seconda parte, se le cose erano cominciate molto bene, ora si fanno notevolmente interessanti.
L
a folgorazione, almeno per me, è avvenuta con quanto segue.
Tauba Auerbach prosegue il suo studio tra spazialità e colore, tridimensionalità su bidimensionalità e implosione di contenuti.
Non nego la continua difficoltà a reperire materiale più o meno informativo, divulgativo, spiegativo e soprattutto a comprenderlo effettivamente, ma si fa quel che si può :-P


"RGB Colorspace Altas" - 2011- Digital offset print on paper, case bound book, airbrushed cloth cover and page edges.
Binding co-designed by Daniel E. Kelm and Tauba Auerbach.
The books were bound by Daniel E. Kelm assisted by Leah Hughes at the Wide Awake Garage.


RGB Colorspace Altas è già di per sé qualcosa di monolitico, enigmatico, surreale, ma lo diventa ancora di più se mi soffermo a pensare che questo bellissimo mattone colorato, composto da 1670 pagine, è stato stampato in offset digitale su carta, dove per ogni pagina lo spettro di colore è leggermente diverso dalla precedente e dalla successiva: una vera complessità equilibrata, dove il vero scopo sta nella ricerca, nell'ispezione e nella riflessione.
Non c'è quindi un pezzo finito o un oggetto, è più un prelevare un frame dal processo creativo e dare una prova di quello che realmente avviene o può avvenire.
Questo aspetto si percepisce molto più chiaramente in una serie di opere che Tauba ha realizzato presso il Paulson Bott Press studio sempre nel 2011.
 
Embossment Paintings 2011

Sul sito della Paulson Bott Press studio si legge un articolo di Kenneth Caldwell:
Tauba Auerbach does not accept the obvious.  She likes to experiment, even to invert. During her recent visit to the press, she created a series of monoprints in which she focused on what the press does, on its power, rather than on how it fuses ink with paper.  Her goal with the monoprints, as with much of her work, is to capture evidence of process.

Tauba began by embossing paper.  She wasn’t trying to mimic her fold paintings or any other work. She visited a hardware store and purchased a number of ordinary items, including a wire grid, a rubber mat, textured plexiglass, and chicken wire. She then ran sheets of paper through the press over these objects to create grids, parallel lines and patterns.
The raking color seen in the prints is the result of using an airbrush at an oblique angle against the ridges created by the embossment. She would spray a few layers of paint, wait for them to dry, and then proceed. In some cases when the paper got wet, it began to undulate. Auerbach wanted to record that change, which resulted in a topological record.
Eventually the paper was gently flattened.  Similar to her fold paintings, the undulations disappear as physical forms and remain recorded in the paint.

As she commented in the interview in OKTP, she often destroys a large number of pieces before finding one that works. In the case of these monoprints, she kept only 14 of 30.
In these new works, Auerbach is not trying to exert control over certain elements. The joy is in the experiment. She is comfortable with the idea of the piece, and she either accepts or rejects the finished work. The absence contributes to those that remain.

Per chi fosse interessato e si trovasse nei paraggi sappiate che in Svezia alla Malmö Konsthall fino al 10 Giugno 2012 sarà possibile visitare la mostra: TAUBA AUERBACH – Tetrachromat.
The title of the exhibition draws on the notion of ‘tetrachromatic’ vision. People typically perceive the world around them trichromatically (in varying ratios of three colours). Humans have three types of receptor for the perception of colour with varying sensitivities: red, green and blue. Assigning one axis to the colour perceived by each receptor, the human’s ”colourspace” can be thought of as three-dimensional. A new theory exists that a small percentage of people (for genetic reasons, only women) have a fourth colour receptor, which makes them ‘tetrachromatic’. In order to play on the idea of a fourth component, which, if it could be proven, would radically change our view of the world, Auerbach employs an analogy in this exhibition between the spatial fourth dimension and the spectral fourth dimension.

Since 2009, Auerbach has created a body of work she calls “fold paintings”. By working to efface the boundary between two and three dimensions, these paintings can be understood as an analogy that implies that the same erosion could be possible of the boundary between three dimensions and four. Even if the fourth spatial dimension remains physically inaccessible, the work might be a tool to help better imagine it. In the “fold paintings” Auerbach twists and folds the canvas, ironing or pressing it so that creases are left in the material. The canvas is then spread out and spraypainted, after which it is stretched tight and flat. The result is an almost perfect registration of the previous three-dimensional form of the surface. The canvas takes on a trompe l’oeil appearance, yet it departs from the trompe l’oeil tradition in that the realistic image is achieved by mechanical strategy rather than painterly virtuosity.
Qui potete trovare maggiori informazioni e finire di consultare il testo di presentazione alla mostra.

Ed ora la chicca finale, qualcosa di più musicale ma sempre altamente artistico.
Un'opera di Tauba suonata in compagnia di Cameron Mesirow (GLASSER), notate e apprezzate l'apertura sul dettaglio scarpa!

:)
 

giovedì 26 aprile 2012

Tauba Auerbach (prima parte)

The Fox Is Black sta diventando ormai un sito di riferimento costante, un mix di idee trovate e condivise sempre attuali, assurde, surreali e reali. 
The Fox Is Black mi ha permesso di scoprire Tauba Auerbach, che a sua volta mi ha permesso di scoprire non solo il suo enigmatico talento, ma, contemporaneamente, anche un altro mecenate blogger dell'arte da aggiungere indiscutibilmente ai miei feed: BLOGHISTAPERCASO!

Tauba Auerbach
Dopo questa dovuta introduzione inizierei direttamente col sito dell'autrice: io alla terza visita sono riuscita a decifrare il font, che tutto sommato, volendo, è di facile interpretazione, basta lasciarsi andare e non essere troppo fiscali!
Ha un avvio psichedelico.

Tauba, anno 1981, originaria di San Franisco, studia dal 1991 al 2003 al Visual Art della Stanford University; una volta laureata lavora in una bottega di lettering, credo la Paulson Bott Press, non ho capito se attualmente continua a lavorarci, ma sicuramente continua a tornarci per produrre le sue opere.
Le sue prime opere sono molto legate alla tipografia, al lettering, alla relazione semiotica che intercorre tra segno, significato, comunicazione, messaggio, fino poi a superare questo e ad arrivare ad un uso dei segni quasi automatico o "involontario": segni che di base concorrono a formare un sistema alfabetico ma che, proseguendo oltre, si svincolano da dogmi e usi comuni per generare qualcosa di insubbordinato, concettuale ed astratto.
Citando masayume:
I suoi quadri si collocano in un territorio strano, in cui ci si trova di rado, quello che si trova "tra il significato di una parola e la mano che la scrive". Le sue tavole delle lettere (qui a fianco la "I") sono giganteschi arabeschi barocchi nei quali il suono si perde, disperso in mille rivoli di inchiostro tracciati con eterna pazienza.
O anche da una recensione:
Where direct exchange between sign and meaning is impossible, the beauty of the symbol comes to the fore.
"R" - 2005 - Ink on paper
"V" - 2005 - Ink on paper
"Maritime A-Z" - 2006 - Gouache and pencil on paper
"L" - 2007 - Ink on paper
"O.K.'s" - 2007 - Gouache on paper
"Yes/No Morph I" - 2007 - Gouache on paper mounted to wood panel
"Creation/Reaction" - 2008 - Gouache and pencil on paper mounted to wood panel

Tauba gioca con costrutti binari elementari, filosofeggia su estremi opposti in divenire, dove l'arte sembra quasi piazzarsi al centro, veicolando da un opposto all'altro lo stesso cambiamento, la trasformazione o la semplice essenza del Yes/No, Black/White, On/Of, HERE AND NOW/AND NOWHERE. Non si comprende mai bene il limite tra ordinato e casuale, volontario e involontario.
Lo trovo divertente.

Da una breve recensione sul The World's Best Ever ad una mostra del 2009 si legge:
The philosophical conflicts explored in the work include:
The liminality, or intermediate state between two dimensionality and three dimensionality.
The past and the present.
A combination of the two: a past three-dimensional state and a present two-dimensional state.
Being HERE vs. Being THERE, and being both HERE and THERE at once.
Randomness vs. Determinism and the unpredictable order of chaos.
Le esplorazioni binarie la portano a sondare il campo dell'analogico vs digitale, così come il bidimensionale dal tridimensionale, tra la rappresentazione e la pura manifestazione retinica.

"Shatter II" - 2008 - Acrylic and glass on wood panel
"Shatter III" - 2009 - Acrylic and glass on wood panel
"Crumple I" - 2008 - Acrylic and UV cured inkjet on canvas
"Static 1" - 2008 - C-print
"Static 4" - 2008 - C-print
"Static 9" - 2009 - C-print
E come indicato sul G:CLASS MUSEUM:
For instance, her photographic series Static (2009) is comprised of close-up views of kaleidoscopic static waves from soon-to-be-outmoded analog television signals, which, when examined closely, appear to break apart into a pixilated digital snowstorm. Similarly, her recent series of paintings on canvas titled Crumple (2009) appear to be black and white renderings of crumpled pieces of paper when viewed from a distance. However, when examined at close range they transform into undulating fields of black dots.
Effettivamente c'è molto ancora da indagare.
Personalmente le cose più interessanti arrivano adesso, ma meglio lasciarle per la seconda parte!!!
:D
PIMPI!


martedì 17 aprile 2012

Visto The Fall di Tarsem Singh: magico

Visto The Fall sabato sera.
Ammaliata e allibita dalla bravura fotografica e visiva di Tarsem Singh che avrà pur ripreso spunti e ringraziamenti da Baraka e Jodorowsky, ma ci mette comunque del suo.
Così magico nella sua rappresentazione guidata dall'occhio del cuore focalizzato sull'estetica della fotografia e della regia, una storia così semplice, ma resa così intensa dall'arte visiva.
Inutile tentare di focalizzare punti salienti del film, svolte significative o inquadrature intense: è tutto un continuum, un percorso esplorativo ed evolutivo che rende bene perché preso nel suo insieme, come esperienza visiva delle meraviglie del mondo e di una storia portata avanti da una coppia di anime protagoniste.
Inutile anche riportare significati o scrivere chissà quante parole, nel web se ne trovano già di molto indicate:
Sontuosa rappresentazione estetizzante girata nelle migliori location che il mondo reale ci possa offrire, ipercromatica narrazione fiabesca di personaggi pittoreschi. Il regista argomenta questo trionfo visivo con una trama non proprio all'altezza, barcamenandosi tra la fiaba sognatrice di Alexandria e la melodrammatica tragedia adulta di Roy. Il finale è per certi versi prevedibile ma anch'esso reso con inattesa sapienza, è un devoto tributo al cinema che dona lodevole umiltà ad un'opera che vive altrimenti di compiaciuta beltà estetica.
Difficile elencare tutte le location scelte, il mondo fortunatamente è grande e colmo di paesaggi e luoghi mozzafiato e allora vada per trailer e per qualche frame random.
Ah quasi dimenticavo! il web è una gran bella cosa: qui tutti i frame del film - ottimi wallpaper - e qui alcune location individuate e riportate.
Come si dice in questi casi?
ATTENZIONE DI SEGUITO SPOILER VISIVI!!! :)


















Lo sapevo non gli rende adeguata giustizia!
La piccolina è bravissima.
L'unico modo che rimane è affittare una sala cinema e vederselo, vederselo e ancora vederselo! :-)
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