giovedì 26 aprile 2012

Tauba Auerbach (prima parte)

The Fox Is Black sta diventando ormai un sito di riferimento costante, un mix di idee trovate e condivise sempre attuali, assurde, surreali e reali. 
The Fox Is Black mi ha permesso di scoprire Tauba Auerbach, che a sua volta mi ha permesso di scoprire non solo il suo enigmatico talento, ma, contemporaneamente, anche un altro mecenate blogger dell'arte da aggiungere indiscutibilmente ai miei feed: BLOGHISTAPERCASO!

Tauba Auerbach
Dopo questa dovuta introduzione inizierei direttamente col sito dell'autrice: io alla terza visita sono riuscita a decifrare il font, che tutto sommato, volendo, è di facile interpretazione, basta lasciarsi andare e non essere troppo fiscali!
Ha un avvio psichedelico.

Tauba, anno 1981, originaria di San Franisco, studia dal 1991 al 2003 al Visual Art della Stanford University; una volta laureata lavora in una bottega di lettering, credo la Paulson Bott Press, non ho capito se attualmente continua a lavorarci, ma sicuramente continua a tornarci per produrre le sue opere.
Le sue prime opere sono molto legate alla tipografia, al lettering, alla relazione semiotica che intercorre tra segno, significato, comunicazione, messaggio, fino poi a superare questo e ad arrivare ad un uso dei segni quasi automatico o "involontario": segni che di base concorrono a formare un sistema alfabetico ma che, proseguendo oltre, si svincolano da dogmi e usi comuni per generare qualcosa di insubbordinato, concettuale ed astratto.
Citando masayume:
I suoi quadri si collocano in un territorio strano, in cui ci si trova di rado, quello che si trova "tra il significato di una parola e la mano che la scrive". Le sue tavole delle lettere (qui a fianco la "I") sono giganteschi arabeschi barocchi nei quali il suono si perde, disperso in mille rivoli di inchiostro tracciati con eterna pazienza.
O anche da una recensione:
Where direct exchange between sign and meaning is impossible, the beauty of the symbol comes to the fore.
"R" - 2005 - Ink on paper
"V" - 2005 - Ink on paper
"Maritime A-Z" - 2006 - Gouache and pencil on paper
"L" - 2007 - Ink on paper
"O.K.'s" - 2007 - Gouache on paper
"Yes/No Morph I" - 2007 - Gouache on paper mounted to wood panel
"Creation/Reaction" - 2008 - Gouache and pencil on paper mounted to wood panel

Tauba gioca con costrutti binari elementari, filosofeggia su estremi opposti in divenire, dove l'arte sembra quasi piazzarsi al centro, veicolando da un opposto all'altro lo stesso cambiamento, la trasformazione o la semplice essenza del Yes/No, Black/White, On/Of, HERE AND NOW/AND NOWHERE. Non si comprende mai bene il limite tra ordinato e casuale, volontario e involontario.
Lo trovo divertente.

Da una breve recensione sul The World's Best Ever ad una mostra del 2009 si legge:
The philosophical conflicts explored in the work include:
The liminality, or intermediate state between two dimensionality and three dimensionality.
The past and the present.
A combination of the two: a past three-dimensional state and a present two-dimensional state.
Being HERE vs. Being THERE, and being both HERE and THERE at once.
Randomness vs. Determinism and the unpredictable order of chaos.
Le esplorazioni binarie la portano a sondare il campo dell'analogico vs digitale, così come il bidimensionale dal tridimensionale, tra la rappresentazione e la pura manifestazione retinica.

"Shatter II" - 2008 - Acrylic and glass on wood panel
"Shatter III" - 2009 - Acrylic and glass on wood panel
"Crumple I" - 2008 - Acrylic and UV cured inkjet on canvas
"Static 1" - 2008 - C-print
"Static 4" - 2008 - C-print
"Static 9" - 2009 - C-print
E come indicato sul G:CLASS MUSEUM:
For instance, her photographic series Static (2009) is comprised of close-up views of kaleidoscopic static waves from soon-to-be-outmoded analog television signals, which, when examined closely, appear to break apart into a pixilated digital snowstorm. Similarly, her recent series of paintings on canvas titled Crumple (2009) appear to be black and white renderings of crumpled pieces of paper when viewed from a distance. However, when examined at close range they transform into undulating fields of black dots.
Effettivamente c'è molto ancora da indagare.
Personalmente le cose più interessanti arrivano adesso, ma meglio lasciarle per la seconda parte!!!
:D
PIMPI!


martedì 17 aprile 2012

Visto The Fall di Tarsem Singh: magico

Visto The Fall sabato sera.
Ammaliata e allibita dalla bravura fotografica e visiva di Tarsem Singh che avrà pur ripreso spunti e ringraziamenti da Baraka e Jodorowsky, ma ci mette comunque del suo.
Così magico nella sua rappresentazione guidata dall'occhio del cuore focalizzato sull'estetica della fotografia e della regia, una storia così semplice, ma resa così intensa dall'arte visiva.
Inutile tentare di focalizzare punti salienti del film, svolte significative o inquadrature intense: è tutto un continuum, un percorso esplorativo ed evolutivo che rende bene perché preso nel suo insieme, come esperienza visiva delle meraviglie del mondo e di una storia portata avanti da una coppia di anime protagoniste.
Inutile anche riportare significati o scrivere chissà quante parole, nel web se ne trovano già di molto indicate:
Sontuosa rappresentazione estetizzante girata nelle migliori location che il mondo reale ci possa offrire, ipercromatica narrazione fiabesca di personaggi pittoreschi. Il regista argomenta questo trionfo visivo con una trama non proprio all'altezza, barcamenandosi tra la fiaba sognatrice di Alexandria e la melodrammatica tragedia adulta di Roy. Il finale è per certi versi prevedibile ma anch'esso reso con inattesa sapienza, è un devoto tributo al cinema che dona lodevole umiltà ad un'opera che vive altrimenti di compiaciuta beltà estetica.
Difficile elencare tutte le location scelte, il mondo fortunatamente è grande e colmo di paesaggi e luoghi mozzafiato e allora vada per trailer e per qualche frame random.
Ah quasi dimenticavo! il web è una gran bella cosa: qui tutti i frame del film - ottimi wallpaper - e qui alcune location individuate e riportate.
Come si dice in questi casi?
ATTENZIONE DI SEGUITO SPOILER VISIVI!!! :)


















Lo sapevo non gli rende adeguata giustizia!
La piccolina è bravissima.
L'unico modo che rimane è affittare una sala cinema e vederselo, vederselo e ancora vederselo! :-)

domenica 15 aprile 2012

Tavolozze di grandi artisti

Via retronaut: “THE PAST IS A FOREIGN COUNTRY, THIS IS YOUR PASSAPORT”

Come non rimanere incantati di fronte alla magia dell'idealizzazione trasportata su un oggetto toccato ed usato da un artista che ha trasformato la storia, il modo di percepire il mondo e la considerazione che noi abbiamo di noi stessi?

Eugène Delacroix

Auguste Renoir

Edgar Degas

Georges Seurat

Gustave Moreau

Paul Gauguin

Vincent van Gogh
E per finire qualcosa che proviene dal blog e dalla macchina fotografica della magnifica Daniela Tieni:
Centre Pompidou, 2010 - Matériel de dessin et de peinture de Vassily Kandinsky provenant de son dernier atelier.



sabato 14 aprile 2012

Icone della e dalla Colombia

Saranno le coinicidenze strane della vita che nelle ultime settimane hanno calamitato a me vari materiali sulla e dalla Colombia: foto e film sulla vita a Bogotà, viaggi a Cali, artisti di strada, grafici, pensieri e poesie.
Sarà che il mio attuale campo di lavoro è piuttosto turistico e quindi la mia attenzione è maggiormente indirizzata verso queste tematiche, ai materiali che circolano, alle forme espressive scelte per presentare posti, divulgarli e pubblicizzarli.
Fatto sta che mi sembra carino appuntare questa fase colombiana e postare alcune immagini del lavoro: ICCO - Icons of Colombia di Oscar Correa in collaborazione con Liliana Silva.


Come spiegato nel sito ufficiale si tratta di un lavoro portato avanti e completato in tre anni, un libro composto da 116 pagine e 50 icone, scelte e identificate dopo un lungo studio con il chiaro intento di rappresentare la cultura colombiana nelle sue varie sfaccettature più propositive e positive: i popoli che la compongono, le tradizioni, la storia, i valori, gli obiettivi.
Il lavoro  mi sembra molto simpatico e ben fatto.
A suo modo pimpi.
ICCO used as references conceptual work of Otl Aicher, Lingua Grafica, and successful cases of national branding such as "Nobrand" in Argentina and "Chilogo" in Chile.

In copertina il nome del progetto sovrastato dallo stemma colombiano anch'esso opportunamente iconificato!

lo stemma colombiano si ripete anche nelle sguardie
 

il segnalibro porta i colori della bandiera colombiana









il sacco dei chicchi di caffè, il sacro cuore, e il sombrero vueltiao

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